Abbiamo trovato lo SpazioFigo!

Stiamo prendendo uno a uno i nostri «sarebbe bello» e li stiamo facendo diventare «guarda che bello».

Ho talmente tante cose da dire che mi si ingolfano in testa, quindi partiamo da qulle importanti: abbiamo trovato lo SpazioFigo, si trova in corso Vittorio Emanuele II 108 a Torino, saremo operativi da settembre, se volete farvi un primo giro questo video è per voi, se volete seguirci durante i lavori sarà tutto sull’account Instagram @spaziofigo.

Nomadismo VS creatività

Ciò che ho imparato in questi sei mesi di nomadismo – da quando cioè sono rientrata al lavoro dopo la maternità, e l’ufficio in casa improvvisamente non era più un’opzione – è che fare la digital nomad, quando fai un lavoro creativo, va bene fino a un certo punto. E mi spiego meglio: funziona alla grande se il tuo nomadismo triangola fra Place des Vosges, Reykjavik e Mikonos, ma se inizi a muoverti tra i bar, i parchi, i coworking della tua città è facile che dopo poco la tua creatività subisca un calo. O almeno: è stato così per me.

Hai voglia a cercare baretti hipster e coworking post industriali, ma io senza i miei mille quaderni, senza cavalletto e props, senza i miei washi tape a portata di mano appassisco come un mazzetto di primule sotto il sole di mezzogiorno.

E sono felice di poterlo mettere nero su bianco, perché per tanto tempo ho pensato di essere un po’ viziata: riescono tutti a lavorare con un computer sulle ginocchia da un coworking qualsiasi, perché io fatico? Sono sbagliata? No: è che la creatività ha bisogno di essere nutrita; ha bisogno di ispirazione, di stimoli che aprano la mente e facciano uscire l’aria viziata. E questo genere di stimoli nel mio caso non arriva in posti pensati per lavorare otto ore attaccati a un monitor.

Ufficio come a casa

Un ufficio può essere fatto in modo diverso? Secondo noi sì: lo SpazioFigo è pensato come una casa. Tanto per cominciare si entra dal salotto, accanto a cui c’è la cucina con la zona relax. Là in fondo ci sono la sala pose e l’ufficio condiviso. Dall’altra parte l’ufficio di Ivan e mio, e a collegare tutte le stanze un corridoio che abbiamo già nominato «corridoio dei props», spero di rendere l’idea.

Ma, di nuovo, se ho imparato qualcosa dai miei mesi di nomadismo è che gli spazi non bastano a rendere un posto accogliente, sono le persone e le abitudini che quelle persone costruiscono in un ambiente a renderlo «casa». È così che ci è venuta l’idea di coinvolgere nello SpazioFigo altri quattro residenti con cui condividere le nostre giornate. Due li abbiamo già trovati, due ci mancano: cerchiamo qualcuno che ami lavorare in pigiama, a cui piaccia stare in compagnia ma che apprezzi anche il silenzio e la concentrazione altrui. Il vantaggio dello SpazioFigo è che sarà facilissimo creare contenuti (foto e video) belli: ci saranno i set sempre montati, la macchina da cucire, quintali di sfondi e oggetti di scena. Siete le persone giuste se vi interessa questa parte creativa, scriveteci inbox qui.

Per arredare lo spazio abbiamo una moodboard di cui vi racconterò e dei modelli di riferimento, ma la verità è che quello che ci sta guidando mentre ci immergiamo in questo nuovo progetto sono tutti i «sarebbe bello» che abbiamo pronunciato da quando lavoriamo insieme: li stiamo prendendo uno a uno, e li stiamo facendo diventare «guarda che bello».

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