Ieri sera ho parlato con un gruppo di sedicenni. Ci siamo detti tante cose, e io non so se loro hanno imparato qualcosa oppure no, quel che è sicuro è che io ho imparato tanto su come si usa Facebook se hai sedici anni (che poi è come dire: come si usa internet se hai sedici anni).
Le cose che mi hanno detto sono queste, in ordine sparso, e secondo me sono utili per due cose. Una è capire come vengono usati certi mezzi in pratica (e l’altra la dico al fondo del post):
- La mail non la usa più nessuno: c’è già l’inbox di Facebook, scusa.
- Quando accendo un computer i siti che apro sono: Facebook, e basta. (Che dici? Ne vuoi sapere più di uno? Beh ogni tanto anche You Tube per ascoltare musica, Yahoo answers per i compiti, Ebay per guardare – non per comprare).
- Se divento fan di una pagina Facebook non è che mi interessa veramente. Ok, sono fan, ma poi mica leggo le cose che pubblicano.
- I professori ci mandano i compiti via email, che palle, dimmi te se uno deve usare la mail per certe cose.
- Che dici, a 12 anni non puoi iscriverti a Facebook? Ma ce l’hanno tutti anche a 11 anni, basta che dichiari di essere più vecchio, tanto mica ti beccano.
- Su Facebook bisogna scrivere sintetico, non più di 1-2 post al giorno, meglio il pomeriggio.
- Se organizzo un evento e lo pubblico su Facebook, verranno molte più persone. Se dopo l’evento metto le foto, l’anno prossimo ne verranno ancora di più.
A parte alcune ingenuità (ad esempio il punto 3, ma anche io da adolescente pensavo che la pubblicità non mi potesse influenzare, figurati, io avevo le mie idee di granito) mi pare chiara una cosa: è tutto molto implicito. C’è una consapevolezza così elevata che certi meccanismi rasentano l’ovvio, non c’è nemmeno bisogno di dirli ad alta voce (bisogna scrivere poco altrimenti è spam, lo sanno tutti). Se ci aggiungi che tutti viviamo nella nostra bolla (da cui: secondo loro nessuno usa più le email) pare evidente che per comunicare con loro bisogna partire da qui: per i sedicenni internet = Facebook.
La lezione più importante che mi porto a casa è: non smettere mai (MAI) di aggiornarti.