12 cose che servono ai social media manager

Una lista di cose che servono ai social media manager (o aspiranti tali) per svolgere meglio il loro lavoro. Non sono fondamentali, ma secondo me aiutano.

Ho stilato una lista di cose che servono ai social media manager (o aspiranti tali) per svolgere meglio il loro lavoro. Non sono cose fondamentali, ma secondo me aiutano:

  • Leggere libri di narrativa (nella propria lingua) per ripassare la grammatica, conoscere parole nuove, evitare errori di sintassi e imparare a raccontare le storie.
  • Ascoltare i discorsi degli sconosciuti al ristorante o sul bus, possibilmente senza farsi beccare. Serve per uscire dalla propria bolla e entrare, anche solo per poco, nelle vite degli altri (che poi sono gli stessi che stanno dall’altra parte dello schermo).
  • Educare gli occhi a un uso sensato di colori e immagini. Si può fare in un numero infinito di modi: leggendo i post di settore (ad esempio questo qui sull’abbinamento dei colori), facendo un corso online di visual marketing (quello di Karen Gunton è carino e gratis), guardando le copertine dei giornali: uno su tutti Der Spiegel per la scelta delle immagini e delle parole (grazie ad Armando per la segnalazione).
  • Fare un corso di fotografia per imparare le basi: come fare un’inquadratura decente, quando usare il flash, cosa vuol dire esposizione, come si usa il comando «temperatura» che ormai c’è pure sulle app.
  • Guardare altre persone mentre usano il computer e il telefono – come i propri genitori o i propri cugini adolescenti, ad esempio. Cercare di capire cosa viene percepito come pubblicità, dove cliccano, quali percorsi fanno per entrare sui social (usano le app? Cercano Facebook su Google?), a quanti gruppi sono iscritti e quanto li usano, quanto usano i messaggi inbox, quali e quante notifiche ricevono, eccetera. Anche questo serve per uscire dalla propria bolla.
  • Guardare i trending topic di Twitter senza fare gli snob, cliccare sugli hashtag, osservare come usano Twitter i non addetti ai lavori.
  • Osservare se stessi mentre si naviga: a volte ci stupiamo per i tempi di lettura brevi o per la «distrazione» dei nostri lettori/fan/follower, ma se ci osserviamo probabilmente scopriamo che siamo i primi a consumare tutto molto frugalmente.
  • Sapere di quali parti è composto un sito, come si chiamano, come si costruisce un sito, come fa ad essere online, cos’è un server, cosa vuol dire cloud e rss, cos’è l’html. Non certo per iniziare a fare i siti, quelli bisogna lasciarli fare ai professionisti, ma per cultura generale.
  • Informarsi sul copyright e sui tipi di licenza con cui vengono pubblicati i contenuti online. Fare amicizia con la CC Search e con il chiedere alle persone se possiamo usare le loro foto.
  • Scegliere una cosa sola tra il copywriting, la SEO, il web design, il SMM: fare tutto bene è impossibile.
  • Una volta che si è scelto continuare a frequentare anche gli altri campi: fare bene il proprio senza interessarsi del resto è impossibile.
  • Leggere i post di settore con senso critico. La maggior parte dei post sono traduzioni da blog americani, e il mercato dei social media in USA è molto diverso. Controllare sempre le fonti.

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