Ho stilato una lista di cose che servono ai social media manager (o aspiranti tali) per svolgere meglio il loro lavoro. Non sono cose fondamentali, ma secondo me aiutano:
- Leggere libri di narrativa (nella propria lingua) per ripassare la grammatica, conoscere parole nuove, evitare errori di sintassi e imparare a raccontare le storie.
- Ascoltare i discorsi degli sconosciuti al ristorante o sul bus, possibilmente senza farsi beccare. Serve per uscire dalla propria bolla e entrare, anche solo per poco, nelle vite degli altri (che poi sono gli stessi che stanno dall’altra parte dello schermo).
- Educare gli occhi a un uso sensato di colori e immagini. Si può fare in un numero infinito di modi: leggendo i post di settore (ad esempio questo qui sull’abbinamento dei colori), facendo un corso online di visual marketing (quello di Karen Gunton è carino e gratis), guardando le copertine dei giornali: uno su tutti Der Spiegel per la scelta delle immagini e delle parole (grazie ad Armando per la segnalazione).
- Fare un corso di fotografia per imparare le basi: come fare un’inquadratura decente, quando usare il flash, cosa vuol dire esposizione, come si usa il comando «temperatura» che ormai c’è pure sulle app.
- Guardare altre persone mentre usano il computer e il telefono – come i propri genitori o i propri cugini adolescenti, ad esempio. Cercare di capire cosa viene percepito come pubblicità, dove cliccano, quali percorsi fanno per entrare sui social (usano le app? Cercano Facebook su Google?), a quanti gruppi sono iscritti e quanto li usano, quanto usano i messaggi inbox, quali e quante notifiche ricevono, eccetera. Anche questo serve per uscire dalla propria bolla.
- Guardare i trending topic di Twitter senza fare gli snob, cliccare sugli hashtag, osservare come usano Twitter i non addetti ai lavori.
- Osservare se stessi mentre si naviga: a volte ci stupiamo per i tempi di lettura brevi o per la «distrazione» dei nostri lettori/fan/follower, ma se ci osserviamo probabilmente scopriamo che siamo i primi a consumare tutto molto frugalmente.
- Sapere di quali parti è composto un sito, come si chiamano, come si costruisce un sito, come fa ad essere online, cos’è un server, cosa vuol dire cloud e rss, cos’è l’html. Non certo per iniziare a fare i siti, quelli bisogna lasciarli fare ai professionisti, ma per cultura generale.
- Informarsi sul copyright e sui tipi di licenza con cui vengono pubblicati i contenuti online. Fare amicizia con la CC Search e con il chiedere alle persone se possiamo usare le loro foto.
- Scegliere una cosa sola tra il copywriting, la SEO, il web design, il SMM: fare tutto bene è impossibile.
- Una volta che si è scelto continuare a frequentare anche gli altri campi: fare bene il proprio senza interessarsi del resto è impossibile.
- Leggere i post di settore con senso critico. La maggior parte dei post sono traduzioni da blog americani, e il mercato dei social media in USA è molto diverso. Controllare sempre le fonti.