Quasi un anno fa ho lasciato l’agenzia dove lavoravo perché lì dentro avevo due capi talmente esigenti che non c’era speranza di uscirne viva – così ho ascoltato l’istinto di sopravvivenza e tagliato la corda. Ora sono una freelance (e il concetto di lancio è molto adeguato), ma uno dei due capi me lo porto ancora dietro giorno e notte, in settimana e nel tempo libero. A letto, persino, perché uno dei due capi sono io.
Sono un capo tremendo: esigente, ho un sacco di idee tutte urgenti, pretendo tanto e non ringrazio mai. Almeno quell’altro capo potevo insultarlo a sua insaputa, invece ora non posso nemmeno sfogarmi di nascosto perché dietro le mie stesse spalle non ho ancora capito come starci – una cosa che chiederò all’analista e di cui vi farò sapere.
Ora, il capo che è in me è nel bel mezzo di una profonda riflessione che riguarda cose molto scomode come: sbagliare, fare un buco nell’acqua, vedere porte chiuse, agire incautamente, buttarsi senza tutelarsi. Tutte cose che si riassumono nello slideshare di @alebegoli: 6 ingredienti per il fallimento.
Quando l’ho visto ho pensato: oh-mio-dio, io questi errori li sto collezionando tutti, contemporaneamente e a più riprese. Se l’avessi visto prima sarebbe cambiato qualcosa? No. Ma lo pubblico qui per dirmi: è successo anche ad altri. Quindi coraggio, fa parte del gioco – e comunque volendo ci si può mettere al riparo: imparando, ad esempio, come farsi pagare da freelance.