L’ho già detto

Passato l'entusiasmo iniziale è difficile trovare cose da scrivere. Ecco come faccio io.

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Ieri sera sfogliavo Pinterest e nel mio feed c’erano un sacco di pin a tema «aprire un blog in dieci minuti». Così ho interrotto per un attimo la mia attività di pinnare-tutorial-DIY-che-non-proverò-mai e ho pensato: ma ci vuole davvero così poco ad aprire un blog? La risposta è sì. Ad esempio: vai su Tumbrl, ti fai un account, in una manciata di minuti puoi iniziare a pubblicare cose.

È bellissimo che procurarsi un posto in cui pubblicare contenuti (un blog, una Pagina Facebook, un canale YouTube, un account Instagram) sia così facile e così veloce. Il problema è che passato l’entusiasmo iniziale è difficile trovare cose da scrivere: un po’ perché tutti abbiamo delle vite da vivere, e il tempo è sempre troppo poco per fermarsi a raccontarle; un po’ perché spesso è difficile farsi venire in mente cose nuove da scrivere, dire, fotografare, insegnare, vendere.

Eppure la settimana scorsa ho rinnovato il dominio di questo blog per la quinta volta: cinque anni di blog, l’entusiasmo iniziale è sfumato da un pezzo, ma non ho smesso di scrivere. Com’è possibile? Me lo sono chiesta da sola, e ho cercato di rispondermi.

Visitatori nuovi / di ritorno

Una cosa che faccio spesso è guardare i visitatori nuovi e i visitatori di ritorno, e scoprire che sul mio sito ci sono in media 60% di visitatori che arrivano qui per la prima volta. (Il dato si trova in Google Analytics sotto Pubblico > Panoramica.)

Questo vuol dire che ogni giorno è un buon giorno per dire qualunque cosa mi vada di dire, anche se in parte è una cosa che ho già detto, anche se è un argomento che ho già affrontato, anche se chi frequenta i miei corsi o guarda i miei video ne ha le scatole piene: perché anche oggi là fuori c’è un visitatore che per la prima volta mette piede sul mio blog. Per lui è tutto nuovo, posso stare serena e parlargli di qualunque cosa.

Pagine visitate

Un altro dato interessante è quello delle pagine più visitate. Nel mio caso, e penso pure nei vostri, le pagine più viste non corrispondono alle ultime pagine create o agli ultimi post pubblicati: lì in mezzo ci sono cose vecchie di tre-quattro anni, che continuano a ricevere visite ogni giorno.

Questo vuol dire che anche se a me piace immaginare il mio blog come un diario che procede in ordine cronologico, e che le persone leggono mentre io lo scrivo, la verità è che il mio blog è più simile a una rivista lasciata di fianco al WC: arrivi, apri una pagina a caso, leggi un pezzo (magari vecchissimo) e te ne vai appena quella seduta, ehm, si concretizza.

Questa è una bella scoperta: ogni pezzo del mio blog vive una vita propria; i suoi tempi non sono legati alla pubblicazione, il ritmo è asimmetrico. Scrivo oggi e in tanti mi leggono oggi, ma altrettanti mi potrebbero leggere tra due-tre anni.

La conseguenza è che se una cosa per me è importante, tanto vale scriverla e non farsi troppe seghe mentali sul timing: verrà letta oggi, domani, dopodomani, tra un anno. Non c’è un momento giusto per pubblicare ciò che mi sta a cuore; o meglio: il momento giusto è adesso.

L’ho già detto

Quando sto per scrivere una cosa mi chiedo sempre: «aspetta, ma questo l’ho già detto?»

E non me lo chiedo per bloccarmi o censurarmi, al contrario: se ho già detto una cosa so che tornarci sopra non può che essere positivo, per tre ragioni:

  1. Farà bene a me, perché così scrivo di qualcosa che conosco – e che eventualmente posso trattare da un punto di vista diverso rispetto alla volta precedente.
  2. Farà bene ai miei lettori perché, come dicevamo, buona parte di loro è nuova, e l’altra parte comunque apprezzerà un ripasso.
  3. Farà bene al mio posizionamento: se torno più volte su un tema le persone (i potenziali clienti) iniziano ad associarmi a quel tema, e a forza di sentirmene parlare magari a un certo punto compreranno.

Ne consegue che ripetersi, al contrario di come sembra, è un vantaggio. E se siete arrivati fin qui ne siete la dimostrazione vivente, perché della ripetizione avevo già parlato (da un’angolazione molto diversa), ed eccovi comunque qui a leggere.

Se dopo cinque anni e dopo il tramonto dell’entusiasmo questo blog continua a essere vivo è per le ragioni di cui sopra. Più una, e cioè: avere un calendario editoriale che finalmente riesco a mettere in pratica. È una cosa di cui parlo meglio in questi video, se volete ci vediamo lì.

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