Ho bisogno di leggerezza

Sarebbe bello se invece di combattere contro gattini, vlog e meme provassimo a capire come mai funzionano.

ho bisogno di leggerezza

Arriva sempre un momento, durante i miei corsi, in cui mi devo fermare e spiegare «perché quel blog che “non ha contenuti” viene letto più del mio». A volte l’oggetto della discussione non è un blog ma una Pagina Facebook, oppure un canale YouTube: non vi dico le rivolte che scattano contro i What’s in my bag. È successo talmente tante volte che potrei scrivere il copione della scena: uno interrompe e dice «eh ma questi non sono contenuti». Io allora ricordo che prima di parlare di contenuti ho chiesto a tutti «che cosa sono i contenuti?», e tutti mi hanno risposto «tutto quello che pubblichi online». Bravissimi sulla teoria, sulla pratica meno.

Io adoro i What’s in my bag e i meme, se volete chiamarle «stronzate» fate pure. Io preferisco chiamarli contenuti «leggeri» e rallegrarmi della loro esistenza: sento un gran bisogno di leggerezza – e a occhio non sono la sola.

Sospetto che siamo tutti troppo impegnati a indignarci per notare che quando su Facebook passa il video girato male del tizio che balla in spiaggia ci fermiamo a guardarlo, e gli dedichiamo almeno la stessa attenzione che dedichiamo all’articolo di approfondimento del Post (se non addirittura più attenzione, e in tal caso non c’è niente di male).

Sarebbe bello se invece di combattere contro gattini, vlog e meme provassimo a capire come mai funzionano. Non dico di farlo tutti, ma almeno gli addetti ai lavori.

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