Sabato chiacchieravo con Cristina e a un certo punto mi sono scaldata: si parlava di bambini, lei non vuole averne, e quando dice che non vuole averne le persone si scandalizzano. Mi è venuta in mente Veronica, che dice sempre che la femminilità non sta nell’utero, e se continua a ripeterlo da anni è perché, ahimè, c’è ancora tanto bisogno di ripeterlo. Tra l’altro Cristina e Veronica sono due mie clienti, fa specie come le cose si incrocino e inizino a parlarsi tra loro in certi momenti della vita.
A Cristina, quando mi sono scaldata, ho parlato anche di Beatrina: Beatrina non ha figli e non ne vuole avere, anche lei spesso inciampa in discussioni su questa cosa, e non se ne capacita. Io la capisco, perché non solo «quando fai un figlio?» è diventata la prima domanda nella mia lista di FAQ, ma è presentato anche come una sorta di spartiacque: tipo il Super Saiyan o l’ultima base dei Cavalieri dello Zodiaco – ora hai un figlio, sei arrivata.
Cito Beatrina quando dico che non è possibile che una faccia mille cose nella sua vita, vada incontro a un sacco di cambiamenti, affronti sfide difficili e raggiunga traguardi sudati, si inventi un lavoro, lo porti avanti con successo, si sbatta ogni giorno per realizzare i suoi sogni, e tutto quello di cui sembrano preoccuparsi le persone è: «ok, ma un figlio?» (accompagnato da: «ok, ma tu non hai un figlio», e dal più popolare «eh ma tu non hai figli, non puoi parlare»). E non sto parlando di dialoghi con mia madre, ma di relazioni con colleghe, di situazioni lavorative.
Però fin qui ok, dici, la maternità è importante e i figli sono un inesauribile argomento di conversazione, specie quando non hai tante cose in comune e non sai cosa dire. Ma c’è un fatto, accompagnato da un aneddoto fresco fresco.
Poche ore fa su Twitter tutti si sono scandalizzati per il tweet di @England:
E giustamente: nessuno direbbe «tornano a essere mariti, padri e figli» riferendosi ai calciatori di una squadra maschile che torna a casa dopo aver vinto una coppa.
Eppure, come dicevo, c’è un fatto: nessuno chiede a Ivan «ok, ma un figlio?», nessuno gli dice «ok, ma tu non hai un figlio», e nessuno si sognerebbe di zittirlo con «eh ma tu non hai figli, non puoi parlare».
Ragazzi, quando vi scandalizzate per il tweet di @England non siete credibili. Siete come il pedone che si arrabbia contro l’automobilista un secondo dopo aver parcheggiato sulle strisce.
Il sessismo non esiste, è come il traffico: il sessismo sei tu. Sarebbe carino se prima di scandalizzarvi per il tweet di @England pensaste all’ultima volta in cui avete chiesto a un uomo informazioni sul suo apparato riproduttivo.