Paure diverse dalle mie

Tutti hanno diritto ad avere la propria opinione, e la mia opinione questa volta è in minoranza.

Il lunedì è il giorno in cui giro i video che vanno online ogni giovedì sul mio blog, accompagnati da un post che racconta cosa mi è passato per la mente durante quel giorno, o durante la settimana che ha preceduto quel giorno.

La settimana scorsa, lunedì 6 marzo, sono usciti i risultati elettorali, e non ero dell’umore di parlare dei miei soliti argomenti. L’Italia aveva appena votato in massa per persone, partiti e programmi elettorali in cui non solo non mi riconosco, ma che mi fanno paura. Ed è giusto così: tutti hanno diritto ad avere la propria opinione, e la mia opinione questa volta è in minoranza.

Non me la sento però di passare oltre senza dire la mia. Dire la mia questa volta è davvero complesso: ci ho messo quindici giorni a capire che cos’era, in fondo, quello che volevo dire. Quando l’ho capito ho girato un video e ho scritto questo post: ecco perché sono entrambi così diversi dal solito. Per le cose di marketing ci rivediamo qui la prossima settimana, per adesso lasciatemi divagare.

Che impronta vuoi lasciare

C’è stato un momento in cui ero convinta che chi aveva idee molto diverse dalle mie era per forza di cose una persona molto diversa da me. La mia nemesi, il mio contrario, il mio negativo. Due punti diversi e distanti nello spazio infinito, senza nessun tipo di contatto possibile.

Poi, ed è successo prima gradualmente, poi tutto di colpo, mi sono resa conto che non è così: a partire dall’autunno 2016 (post referendum costituzionale) ho smesso di evitare il confronto con persone con idee opposte alle mie. L’ho fatto prima in luoghi sicuri: in famiglia, con amici; poi in luoghi estranei: dal parrucchiere, al bar.

Mi sono resa conto che mi sbagliavo: quelle persone sono molto più simili a me rispetto a quanto io mi immaginassi. È come se fossero un’altra versione di me: una versione che ha paure diverse dalle mie, ma che per il resto è me. Se avete familiarità con Attraverso lo Specchio sapete di cosa parlo.

Come posso parlare con la me stessa che abita quel mondo all’interno dello specchio? Il modo che ho trovato per farlo è tornare alle basi, abbattere le informazioni e le contro-informazioni, ripercorrere al contrario la strada che ci ha portate a dividerci, chiederle e chiedermi: se potessi lasciare una sola impronta in questo mondo, che impronta vorresti lasciare? 

Che è un po’ come dire: se scegli di andare per questa strada che traccia lasci in te e nelle persone che ti stanno intorno? Se per un istante togli te stessa dal quadro e ti giri a guardare l’impronta dei tuoi passi che cosa vedi?

Mi sembra un buon modo per tornare ad avere un terreno comune da cui ripartire.

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