Come abbiamo fatto?

Ecco tutto ciò che ci passa per la testa nelle ultime ore prima dell'inaugurazione di SpazioFigo

Scrivo questo post a poche ore dall’inaugurazione di SpazioFigo. È un post asincrono perché voi lo vedrete qualche giorno dopo, a inaugurazione già avvenuta, quando lo pubblicherò insieme al video dei preparativi che abbiamo girato oggi.

Scrivo adesso e non dopo la festa perché mi piace fermare ciò che ci passa per la testa mentre siamo immersi nelle domande degli ultimi giorni. E in particolare in una domanda, che ci è stata rivolta a più riprese: come abbiamo fatto?

Ecco la risposta, per punti:

  • fin dalle prime ore della ricerca immobiliare abbiamo coinvolto Valentina Masullo, ed essere dispari è stato importante: se in coppia si va veloci e ci si legge nel pensiero, quando si coinvolge qualcun altro si è costretti a fermarsi per riflettere, per spiegarsi un po’ di più – e magari per chiarirsi le idee. Grazie al confronto con Ivan e Valentina ho capito, ad esempio, che la mia idea di come doveva essere lo spazio era completamente sbagliata; credo che la ricerca sia stata molto più semplice grazie al fatto che eravamo in tre, tutti con uno stesso obiettivo, ma ognuno con il suo punto di vista.
  • Abbiamo fatto subito (subito, prima di trovare lo spazio) un piano economico: quanto deve fatturare il nostro ufficio per ripagare se stesso? È stato immediatamente chiaro che ci servivano quattro scrivanie e una sala corsi da affittare, altrimenti da soli non avremmo potuto affrontare i costi fissi di un progetto del genere. Solo con i numeri in mano ci siamo messi alla ricerca, anche perché a quel punto sapevamo di cosa avevamo bisogno.
  • Abbiamo tinteggiato i muri insieme a Francesco Tucci e Valentina, ad agosto, quando tutti erano in vacanza. A loro va la nostra eterna gratitudine. Se non ci fossimo messi subito al lavoro non saremmo mai riusciti a finire in tempo.
  • Abbiamo detto a tutti e da subito che cosa stavamo facendo: bisognava che al momento dell’apertura ci fossero già dentro quelle quattro persone a cui affittare le quattro scrivanie – in modo da ammortizzare le spese fin dal primo giorno. Abbiamo comunicato il progetto sui nostri blog e con dei video girati e pubblicati quasi in diretta, non abbiamo aspettato che lo SpazioFigo fosse pronto e bello da vedere, lo abbiamo mostrato mentre lo stavamo costruendo. Sembra quasi scontato, ma questo approccio richiede di mettere da parte il perfezionismo e mostrare il processo in tutta la sua imperfezione. Richiede di aprirsi a consigli, critiche, pareri che possono arrivare da ogni lato – e che nel nostro caso per fortuna sono sempre stati positivi e costruttivi.
  • Abbiamo fatto dei piani e poi li abbiamo cambiati più volte, adattati al contesto, a come il progetto evolveva mentre lo stavamo eseguendo. Detta in altre parole: una volta dichiarato a noi stessi e agli altri come volevamo che lo spazio diventasse non ci siamo innamorati delle nostre idee – specialmente di quelle che sulla carta funzionavano bene ma non si incastravano con la realtà.
  • Abbiamo sbagliato diverse cose, ci siamo arrabbiati o depressi, ma (nella maggior parte dei casi) non abbiamo lasciato che la rabbia prevalesse. Negli ultimi giorni Ivan mi ha ripetuto più volte «chi non fa nulla non sbaglia nulla», e ha ragione.
  • Abbiamo dato tutto quello che potevamo e ora siamo davvero al limite delle nostre energie, una posizione in cui non ci piace essere. Lo abbiamo fatto perché era importante inaugurare lo SpazioFigo in quella piccola finestra che sta tra Artissima e il Natale; gli ultimi giorni si sono susseguiti al grido di “ora o mai più”, ma lavorare in questo modo è e deve rimanere una eccezione. Perché come dice il saggio, non è correndo che si va lontano, e noi vorremmo arrivare lontano, possibilmente godendoci il cammino.

Iscriviti alla mia newsletter

Iscrivendoti accetti l'informativa sul trattamento dei dati personali