Quest’anno è iniziato con due cambiamenti grossi: il trasloco in una nuova casa, il nuovo regime fiscale. La casa è più grande ma l’affitto costa meno (bingo!), il regime ordinario è arrivato perché i minimi mi stavano stretti. Si tratta di due scelte, e sono entrambe belle notizie.
Eppure ho iniziato l’anno con la sensazione di essere immobile, congelata in un angolino. Ho desiderato stare sotto un piumone senza vedere né sentire nessuno, e sono arrivata a invidiare i dipendenti delle Poste con le loro sicurezze, le loro poltrone e le loro spalle coperte. Sono stata immersa fino al collo nella paura di sbagliare – di sbagliare tutto: dal rivestimento del divano all’importo sulle fatture, fino a ciò che conosco meglio del mio lavoro.
Poi ho commesso due errori – tassellare il muro a caso, dimenticare di pagare un F24 – e sono successe due cose: chiamare mia sorella in aiuto e farle coprire i buchi con lo stucco; avere Carlotta che mi dice «ti mando il ravvedimento».
Non so cos’è il ravvedimento, ma riparare i danni è stato così semplice e incredibilmente poco tragico che mi sono tranquillizzata: forse mi basta sapere che non devo sapere tutto. Gli sbagli capitano e i buchi si chiudono, basta saper chiedere aiuto a qualcuno che sa usare lo stucco.