Le comunità online esistono già

Sono tutti impegnati a costruire la propria comunità online, lì fuori, quando lo sanno pure i muri che le comunità esistono già.

Sono successe un po’ di cose in questi giorni – alcune piacevoli come partecipare alla #smwtorino, presentare un progetto, chiacchierare con @urukwavu; altre meno come ricevere una mail di quell’amico che ti chiede due consigli e ci sarebbe da fare un corso di mesi altroché, oppure discutere con uno che «il mio Facebook lo faccio gestire a uno stagista, è uno smanettone, ne sa di computer, un post al giorno e via» – dalle quali nasce una riflessione (che secondo me è un problema): sono tutti impegnati a costruire la propria comunità online, lì fuori, quando lo sanno pure i muri che le comunità esistono già (esistono e basta, con o senza i community manager o gli stagisti o i volontari), e che ritagliarsi dei pezzettini per sé, pezzettini da prendere e portare (e far iscrivere) sull’ennesima piattaforma o forum o chat è superficiale e miope.

Prima di agire non converrebbe guardarsi intorno e capire come si parla, come si agisce, come si entra nei flussi di conversazione? Non sarebbe meglio scendere dal piedistallo delle proprie convinzioni e chiedere, osservare, curiosare? Nella maggior parte dei casi altri hanno già fatto quello che ora devi fare tu, perché non imparare da loro? In una parola: perché non ricercare, per prima cosa?

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