Ieri ci siamo imbattute in questo testo:
Il ruolo della donna sul web: dai social network a Youtube, dai blog alle testate giornalistiche cartacee e digitali. Nel corso degli ultimi anni le donne sono riuscite a trasformare le proprie passioni e i propri passatempi in lavori veri e propri dentro e fuori dal web. Youtube ha contribuito a far nascere una generazione di donne videomaker con competenze, oltre che creative, anche tecniche: editing e grafica non sono più un mistero per loro. Le blogger hanno trasformato i propri diari «segreti» in veri e propri contenitori di notizie sempre più specializzate e settoriali. Che si tratti di lifestyle, moda, beauty o cucina, l’originalità è la parola d’ordine per riuscire a distinguersi.
La fonte è il sito della Festa della Rete. E probabilmente ora la vostra espressione è questa:
A uno verrebbe da concentrarsi su questo: quanto sono misogini quelli della Festa della Rete. Ma il problema è che se questo testo l’hanno potuto scrivere e pubblicare, allora – ci auguriamo – non si sono resi conto di ciò che il loro testo comunica.
Secondo noi ci sono molti motivi per cui questa non è una buona presentazione. Ad esempio:
- «sono riuscite a trasformare le proprie passioni e i propri passatempi»: più che di «passioni» e «passatempi» sarebbe utile parlare di competenze e saperi ottenuti con lo studio, la formazione e l’esperienza lavorativa.
- «competenze, oltre che creative, anche tecniche: editing e grafica non sono più un mistero per loro»: sono ovviamente le donne ad aver messo la tecnologia al servizio delle proprie competenze per promuovere se stesse e le proprie attività – non il contrario – e non è un fenomeno degli ultimi anni: le donne con competenze tecniche esistono da molto prima di Youtube.
- «hanno trasformato i propri diari “segreti” in veri e propri contenitori di notizie», una frase che ribadisce il «lavori veri e propri» di poco sopra: che dire, wow, le donne riescono ad attirare l’attenzione parlando di cucina, lavoretti, trucchi e parrucchi, fanno dei veri lavori e guadagnano pure!
Un po’ di contesto
l’Italia tradizionalmente ha uno tra i più bassi tassi di occupazione femminile non solo d’Europa ma del mondo occidentale, con tassi di inattività (chi non lavora e non sta nemmeno più cercando lavoro) che sfiorano il 70% al Sud. Negli ultimi anni questo stato di cose si è aggravato, e la disoccupazione femminile è salita dal 46.7% and 54.1% tra il 2009 e il 2012. In Italia le donne fanno fatica a lavorare e la situazione peggiora quando diventano madri: non dimentichiamoci che ci è voluta una legge per tentare di fermare la pratica di far firmare lettere di dimissioni in bianco alle neo-assunte.
Perché è così difficile per le donne italiane lavorare, per non parlare del fare carriera? Una delle ragioni principali è che in Italia sono le donne a sobbarcarsi in maniera sproporzionata tutte le attività di cura dei bambini e degli anziani, un fardello tale da rendere di fatto impossibile per le donne partecipare pienamente al mercato del lavoro. Infatti, sebbene la percentuale di donne che lavorano sia passata dal 31.8% nel 1978 al 47.1% nel 2012 il tempo speso dalle donne nella cura della casa, dei bambini e degli anziani non è diminuito e si attesta a 4 ore e 54 minuti, in media, al giorno. Gli uomini italiani invece sono passati dallo spendere giornalmente 1 ora e 32 minuti in attività domestiche e di cura nel 1988-89 a 1 ora e 54 minuti nel 2008. Aggiungiamoci un welfare distante dai bisogni delle famiglie e la frittata è fatta: in Italia gli asili nido pubblici o privati convenzionati coprono solamente l’11.1% degli aventi diritto, percentuale che scende al 4.2% al Sud (fonte: E. Ferragina, Chi Troppo chi niente, BUR 2013). È facile capire come in questo contesto un lavoro che si può svolgere da casa, con tempi flessibili, risulti molto appetibile.
Il ruolo delle donne sul web
Invece che stupirsi che a qualcuno interessino i «diari segreti» di queste donne, sarebbe bene riflettere su come le donne abbiano usato la teconologia in maniera intelligente per fare rete tra loro e promuovere i propri saperi in determinati settori, valorizzando quelle attività come artigianato e cucina da sempre ritenute di minor valore proprio perché parte della sfera domestica e privata: robe da donne per l’appunto.
Attraverso la rete le donne sono riuscite a costruire delle voci singole e soprattutto collettive per riaffermare la centralità di questi saperi nelle nostre vite: ecco cosa ci sarebbe piaciuto leggere (e festeggiare) delle donne sul web.
PS. A questo proposito, tutti dovrebbero conoscere questo video: