La scorsa settimana c’è stato il primo webinar di The Next SMM, un seminario online a cui possono partecipare tutti gli alumni: chi vuole propone un intervento, gli altri ascoltano, fanno domande, prendono appunti. Il tema era: marketing online, cos’è successo negli ultimi mesi. Questo è il riassunto di ciò che ci siamo detti.
I video sono ovunque
Nell’ultimo periodo abbiamo sentito tanto parlare di video, anche perché Facebook ha introdotto l’auto-play, e la reach di quel tipo di post è salita alle stelle. Cristiana ci dice che per la prima volta nel 2014 YouTube ha avuto un concorrente reale: sembra che Facebook gli abbia rubato il 40% di audience (c’è chi sostiene che sia un bluff: sono video in auto-play, quindi non sappiamo se sono stati visti veramente).
Anche Twitter ha introdotto la possibilità di caricare e editare video direttamente dentro l’app, e a questo punto viene da chiedersi: che fine farà Vine? (Che comunque, ricorda Cristiana, è sempre stato un mezzo adatto a chi ha voglia di lasciarsi guidare dalla creatività più che dalla promozione dei propri prodotti – ed è per questo che le aziende italiane lì sopra latitano.)
Twitter diventa Facebook?
Twitter sta testando la instant timeline. I nuovi iscritti a Twitter non devono seguire dozzine di account per crearsi una timeline, è Twitter che decide cosa fargli leggere a seconda degli interessi della loro rete di contatti (una cosa a cui Twitter si sta avvicinando da un po’). Verrebbe da gridare allo scandalo, ma Daniela dice che questa è un’opportunità, non un problema: la nuova timeline, ordinata per importanza e non per cronologia, potrebbe essere più amichevole per chi fino ad ora non ha usato Twitter perché «è difficile da capire» (troppe informazioni, tutte insieme).
Le lacune di Instagram
Nell’aggiornamento che Instagram ha rilasciato a dicembre mancano tante cose che ci aspettavamo: le impostazioni di editing avanzato, le liste, la possibilità di inserire link «cliccabili» nel primo commento alla foto, la possibilità di programmare e di gestire più account. Rita ci ha consigliato delle app per risolvere gli ultimi due problemi:
- Schedugram: ti permette di programmare le foto da desktop e di gestire più account: tu carichi le foto, Schedugram le pubblica negli orari stabiliti. Dopo i 7 giorni di prova si paga in modo proporzionale al numero di follower, a partire da 16€ al mese.
- Chronogram: a differenza di Schedugram non puoi programmare la pubblicazione, puoi solo impostare un promemoria che ti ricorda di immettere la foto e la didascalia che hai precedentemente preparato. Pro: è gratis.
- Instapult: come Schedugram, ma con interfaccia più carina. La gestione di 3 account costa 12€ al mese.
Le nuove tesi del Cluetrain Manifesto
Del nuovo Cluetrain Manifesto ci hanno colpito due temi:
- La disambiguazione del termine «conversazione»: è così generico che in effetti andava definito meglio. Le nuove tesi dicono che Wikipedia è una conversazione; un brand che su Twitter cerca di coinvolgerti in uno scambio di cui a te non importa nulla non è una conversazione. Le conversazioni avvengono spontaneamente e sono uno scambio che arricchisce. Tutto il resto è irritante: «Personal is human. Personalized isn’t» (tesi 62)
- L’importanza dei link: sono un atto di generosità, perché permettono a chi legge di vedere il mondo sotto una diversa prospettiva. I link vanno usati perché costruiscono, arricchiscono il WWW (e penso ai siti dei quotidiani che linkano solo a se stessi). «Every link by a person with something to say is an act of generosity and selflessness, bidding our readers leave our page to see how the world looks to someone else» (tesi 31).
Se i webinar ti interessano e vuoi fare parte della cricca, questo è il link.