Ho rifatto il sito, è stato come rinnovare il guardaroba

Ho eliminato tutte le sales page, è arrivato il tempo di provare una formula nuova.

Due settimane fa ho lanciato il mio sito nuovo: è il frutto di un lavoro di mesi che è iniziato con un senso di nausea e che finisce con un abito nuovo e sgargiante. Se vi interessa quello che c’è stato in mezzo, questo post fa per voi.

Uno strumento commerciale

Quando inizi a lavorare con Ivan per un sito nuovo la prima domanda a cui devi rispondere è «a cosa serve questo sito?» – che è un altro modo per dire: dimmi qual è il punto di arrivo, fammi capire dove dobbiamo andare. La risposta è arrivata sintetica perché la mia esigenza era cristallina: il sito deve descrivere la professionista che sono diventata, deve (tornare a) parlare di me. Ho bisogno di aggiornarlo perché il mio sito è il mio unico strumento commerciale: serve a vendere il mio lavoro, e in questo momento sta vendendo un lavoro che non faccio più.

Da lì in poi le scelte si sono susseguite con una certa velocità. Fare il menu di navigazione è stato particolarmente facile, come rinnovare il guardaroba in un momento di forte chiarezza mentale: abbiamo guardato ciò che c’era, abbiamo selezionato le cose vecchie e le abbiamo buttate. Ciò che è rimasto è andato online.

Il vecchio sito aveva molte pagine (non si percepivano perché non erano tutte linkate nel menu, ma c’erano). Il nuovo sito è semplice perché assolve una funzione diversa. Me lo immagino come un breve dialogo: «eccomi, io sono questa qui. Ti piaccio? Allora lascia che ti presenti Guido, che magari ti piace pure lui».

Ho eliminato le sales page

Non so se da fuori si è mai percepito, ma una delle cose che mi appassionano di più è scrivere sales page: c’è chi ama fare Sudoku, io per rilassarmi scrivo sales page. Il fatto che sul mio sito non ci sia nemmeno una sales page (tranne una, che però presto verrà eliminata) è quindi di discreta rilevanza, anche perché prima era, di fatto, un sito di sole sales page.

È questa la novità più importante del mio sito: si tratta di un sito editoriale. Si potrebbe dire che i contenuti sono al centro ma sarebbe scorretto, perché non sono “al centro”: i contenuti sono l’unica cosa che c’è. Non c’è una home page, non c’è una about page come l’ho sempre intesa perché qui una about page del genere non serve, e come dicevo non ci sono le pagine che descrivono e vendono prodotti. La parte commerciale è giocata solo dai box in fondo ai post: come una specie di “post correlati”, in cui però vengono mostrate le raccolte di Guido che puoi consultare per approfondire il tema toccato in quel post.

È un controsenso che un sito che deve funzionare come strumento commerciale abbia uno spirito completamente editoriale? Secondo noi no: i contenuti servono a entrare in relazione con una comunità di persone interessata ai temi di cui parlo, e ai modi in cui ne parlo. Fatto questo, il sito ha esaurito il suo compito, che di fatto è costruire una relazione. Se poi queste persone avranno voglia di comprare lo faranno, e non è certo l’ennesima finestra pop-up che le convincerà. Anzi: l’approccio less is more, in un momento in cui ovunque ti giri cercano di venderti qualcosa, forse ci premierà. Ma su questo vi saprò dire.

Quel font lì

Due parole sul font che ho scelto insieme a Emanuele. Diverse persone mi hanno scritto dicendo che questo font a loro non piace, che non le convince. Lo capisco: è un font completamente diverso rispetto a quello precedente. Diciamo che non potevamo allontanarci più di così, e che abituarsi non è facile, specialmente se preferivi quell’anima aggraziata e sorridente che aveva Didot.

Per quanto mi riguarda, io avevo invece bisogno di uno strappo. Emanuele mi ha proposto queste alternative:

E io non ho avuto dubbi: «la numero 3 sono decisamente io. Procediamo su questa!»

Rational TW è un font pragmatico e geometrico che imita i caratteri della macchina da scrivere – un oggetto che ho sempre amato e con cui da piccola ho giocato per pomeriggi interi. Dopo il lancio però abbiamo ridotto il suo uso, e ora è solo nei titoli: Emanuele ha detto che il brand è fatto (soprattutto) dagli H1, H2, H3; nei paragrafi si può scegliere altro, e così abbiamo fatto.

Sono felice di questo nuovo sito: a me ispira chiarezza e determinazione, lo guardo e penso alle cose fatte, e fatte bene. Che è un po’ quello che voglio fare nella vita: fare cose, e farle bene.

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