Quando ho iniziato a fare questo lavoro, prima ancora di aprire una partita iva e prima ancora di stampare i biglietti da visita, ho fatto una cosa: ho comprato due quaderni. Uno era celeste e uno azzurro, il primo per i lavori pagati, il secondo per i lavori gratis.
(Sì, ho lavorato gratis per progetti che «un giorno guadagnerai, per ora l’importante è essere appassionati» – io l’ho fatto ma tu non dovresti mai.)
Nel quaderno numero due, quello dei lavori pagati, scrivevo un sacco di cose insensate – certo, c’erano anche robe intelligenti, ma vi assicuro che il tasso di cose insensate era altissimo. Cose come «incrementare la gamification coinvolgendo la community», per intenderci.
A mia discolpa posso dire che quando ti licenzi in tronco da un’agenzia e non hai ancora clienti, e subito prima guadagnavi 1200 euro al mese e subito dopo zero euro al mese, beh, è facile farsi prendere la mano dalle supercazzole tipiche del social media manager, che sembrano così credibili lì per lì.
La ragione per cui le supercazzole del SMM non vogliono dire niente è una: dietro non ci sono risultati misurabili. Dimmi come si misura (e quanto ti è utile) la gamification, e ti regalo la mia consulenza per un anno intero.
Ora, c’è una cosa importante da sapere: se vuoi iniziare a coinvolgere le persone, devi iniziare a pensare come una persona – e NO, il fatto che tu sia una persona in carne e ossa non è necessariamente d’aiuto: incredibile ma vero, pensare davvero come una persona è difficile – basta leggere i blog con i «5 modi per diventare virale». (Virale? Ma daaai.)
La seconda cosa da fare dopo aver iniziato a pensare come una persona, è promettere ai tuoi clienti dei risultati che si possono davvero ottenere sui social media. Ad esempio:
- Le persone scoprono che lavoro fai – a patto che tu glielo faccia vedere (vale specialmente per i lavori creativi e le startup);
- Le persone scoprono che cosa ti rende unico (vale specialmente per chi vende un prodotto molto diffuso e comune, come i beni alimentari);
- Le persone scoprono di che cosa ti stai occupando proprio in quel momento (vale specialmente per chi offre ciclicamente prodotti nuovi o stagionali – come le collezioni di uno stilista o i corsi di formazione)
- Chi già ti conosceva non si dimentica che esisti (vale specialmente per gli ecommerce, soprattutto se ospitati su altre piattaforme, come Etsy)
- Conosci delle persone che poi ti aiutano a fare meglio il tuo lavoro (vale per tutti: non riesco a pensare a qualcuno che non abbia bisogno di allargare la propria rete di contatti professionali, e non riesco a pensare a un mio cliente che non abbia ottenuto questo risultato stando sui social media)
- E più in generale: parli con i tuoi potenziali clienti. Se poi decideranno di diventare clienti oppure no, dipende da altri fattori – la reperibilità del prodotto, l’usabilità del sito, la bontà di ciò che offri, e così via.