Se la maggior parte delle aziende non riesce a fare conversazione sui social media, secondo me è per queste ragioni:
- per conversare con qualcuno ti deve genuinamente interessare la sua opinione. La maggior parte delle aziende, grandi oppure piccole, non è interessata;
- le conversazioni non si fanno con un “pubblico” o con un “target” o con dei “potenziali clienti”, ma con altre persone;
- le persone, d’altra parte, non hanno voglia di conversare con un logo;
- le conversazioni non sono indagini. Quando dici “commenta qui sotto se sei d’accordo” non stai conversando;
- sui canali: puoi cercare di usarlo così, ma Twitter non è fatto per conversare. È una piattaforma di microblogging, lo dice Mafe de Baggis meglio di me;
- per raggiungere chi ti segue su Facebook devi pagare. Nessuna azienda è disposta a pagare solo per un po’ di conversazione, se paghi ti aspetti di vendere;
- ma quando conversi con qualcuno non dovresti cercare di pubblicizzare qualcosa nel frattempo;
- la maggior parte delle conversazioni online avviene in via privata (email, messaggi su Facebook, WhatsApp, chat, Skype). Sono posti dove le aziende si inseriscono male, producendo tanto spam e poco valore per chi legge;
- la conversazione presuppone la capacità delle due parti di parlarsi con confidenza e sincerità. La maggior parte delle aziende non è disponibile né all’una né all’altra cosa.
E questo sembra un punto di non ritorno. E secondo me lo è, a meno che le aziende non inizino a ripensare al modo in cui fanno comunicazione, e a capire che nessuno è interessato a quello che hai da dire, a meno che tu non abbia anche qualcosa da dare.