Le decisioni non si prendono usando i sondaggi

I sondaggi sono tanto popolari quanto pericolosi

Riassunto in una riga per chi non ha voglia di leggere: fare un sondaggio per prendere una decisione strategica sulla tua micro attività secondo me è sbagliato sotto una marea di punti di vista, quindi se ascolti me non farlo.

Più cose su quei punti di vista in questo post e nel mio nuovo video, per chi ha voglia di leggere o di guardare. Per chi invece vuole approfondire per bene c’è un’intera raccolta di Guido.

Le decisioni che avrei dovuto prendere

Se avessi dovuto ascoltare le opinioni raccolte via sondaggio – o più in generale manifestate dal mio pubblico e dai miei clienti – oggi la mia attività sarebbe radicalmente diversa da com’è. Non avrei mai proposto dei corsi in classe, non gli avrei mai dato il prezzo che gli ho dato, e per questo motivo non mi sarei mai sganciata dalla pura gestione dei canali social conto terzi. Farei la social media manager, e non c’è nulla di sbagliato, tranne il fatto che sarebbe sbagliato per me.

Anche Guido, se avessimo ascoltato le opinioni «della piazza» avrebbe una faccia diversa, a partire da due elementi:

  • i contenuti sarebbero scaricabili
  • venderemmo le singole raccolte oltre all’abbonamento mensile e annuale

Questi due elementi sarebbero sufficienti a minare alle basi la sostenibilità economica di Guido: grazie ai contenuti scaricabili ogni mese non ci sarebbero i rinnovi che oggi ci permettono di pagarci lo stipendio; grazie alla vendita delle singole raccolte ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, e passeremmo molto più tempo a fare assistenza clienti (spendendo di più, dato che paghiamo una persona per fare assistenza clienti).

Né io né Guido saremmo andati nella direzione in cui intendevamo andare, tutto grazie a pareri tanto popolari (e comprensibili) quanto incompatibili con le nostre intenzioni e quindi pericolosi.

Manca il giusto distacco

Ogni volta che tiro in ballo questo discorso mi viene risposto che le cose non sono proprio così nette: i sondaggi hanno senso anche per noi che abbiamo una piccola attività, basta saperli fare. La mia risposta è che non solo non sappiamo farli, ma che ci mancano proprio le condizioni per farli.

Le micro aziende a differenza di quelle grandi non vivono una vita propria. La vita di una piccola attività coincide con quella dei suoi creatori, che tenderanno quindi a prendere qualunque opinione sul personale. Ora vi vedo fare «no» con la testa e pensare che voi siete un’eccezione, e vi chiedo: cosa pensate quando qualcuno si disiscrive dalla vostra newsletter? Vi dispiace? Vi offendete? Se avete risposto sì anche solo con una fibra del vostro essere allora siamo d’accordo.

Le micro aziende non sono in grado di scrollarsi di dosso il fatto che una persona ha smesso di seguirle su Instagram, figuriamoci dare il giusto peso alle opinioni raccolte con un sondaggio. Opinioni che, per guidare un processo decisionale, non vanno prese così come sono state raccolte: vanno lette, misurate, scremate. Ci vuole un distacco che per l’esperienza che ho fino a qui credo sia impossibile trovare in una micro azienda.

I professionisti delle ricerche (ahimè) non c’entrano

Quando si dice che i sondaggi «basta saperli fare» ci si riferisce spesso anche al fatto che esistono professionisti che si occupano solo di ricerche di mercato, e basterebbe coinvolgerli. Ma ci sono due problemi:

  1. i sondaggi che una piccola azienda è in grado di fare sono una cosa ben diversa dalle ricerche di mercato. Non c’è il budget per coinvolgere un professionista, con le conseguenze di cui già dicevo: manca il mediatore, manca la capacità di proporre la domanda giusta, manca l’esperienza di leggere i risultati che arrivano.
  2.  C’è anche da dire che il professionista (o più spesso: la società di consulenza) esperto in ricerche di mercato di solito non ha alcuna esperienza nel lavoro con le piccolissime attività – perché loro non hanno il budget, è un cane che si morde la coda. E no, se hai lavorato con i grandi non sei automaticamente capace di occuparti anche dei piccoli: le micro aziende richiedono un approccio studiato per loro, non un riadattamento “in piccolo” di un approccio studiato per realtà completamente diverse.

Quando parlo di sondaggi arriva sempre qualcuno che mi risponde parlando di ricerche di mercato, e inizia una conversazione in cui non ci capiamo: stiamo parlando due lingue diverse, non mi stancherò mai di ripeterlo, le piccole aziende non sono la versione sfigata di quelle grandi.

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